“Per l’amore siamo sempre pronti, c’è sempre uno spiraglio”. Parola di Teresa Mannino, alias Zia Tecla in Io e mio fratello, il nuovo film di Luca Lucini, dal 21 aprile su Prime Video, con Denise Tantucci, Greta Ferro, Cristiano Caccamo e Claudio Colica che abbiamo incontrato in occasione dell’anteprima stampa.
Dunque, mai perdere la speranza: “Anche per quelli che dicono ‘basta, non mi innamorerò più’, non è possibile. L’amore può arrivare a qualsiasi età e su questo sono molto fiduciosa. Mi baso anche sul mio vissuto, è così. E poi sposati o non sposati, l’importante è amarsi, invece spesso si fanno cose trasportati dall’onda di meccanismi sociali e arriviamo all’altare infelici…” Così ancora la Mannino, entusiasta di Zia Tecla che con l’amore ci gioca, quindi si può fare? “Giocare con l’amore va bene se non si fanno soffrire gli altri ed è un gioco divertente per tutti – ci risponde la comica siciliana – se invece è babbìo, come diciamo noi, non mi piace…”
Teresa, ma chi è Zia Tecla?
“Un personaggio divertentissimo, una donna libera dagli schemi che sa essere leggera senza essere superficiale, colorata, vivace, viva e con tanta voglia di vivere. Una zia che in qualche modo molti di noi hanno conosciuto, un personaggio che in famiglia ‘è sempre e che può essere la nonna, la zia, l’amica della mamma… più facile che sia una donna piuttosto che un uomo, che se ne frega del giudizio, che va dritta seguendo i suoi desideri, non per edonismo ma per libertà. Per certi versi mi somiglia. Libera e deliziosa, la zia Tecla. L’unica cosa che non mi piace di lei è che si serva di un’app per i suoi incontri. Che non è un tramite, un trasportatore di amore come Eros, piuttosto una barriera. Però l’ho superata perché era talmente divertente farla, che mi immaginavo già le scene con questo ragazzino innamorato…”
La scena del film che ti ha divertito di più?
“La prima che abbiamo girato con i fuochi d’artificio, li avevano messi troppo vicini a noi e sono scappati tutti dal set. Solo io sono rimasta imperterrita con la mia tazza di tè in mano e i lapilli che ci cadevano dentro… perché a Palermo ogni giorno fanno i fuochi sotto casa mia…”
Della storia che Io e mio fratello racconta, cosa hai apprezzato di più?
“Quella sorta di utopia che sia la comunità a salvarci, e non l’individualismo. L’idea di Sofia di vendere l’azienda di famiglia in difficoltà a ogni singolo cittadino che voglia partecipare mi piace molto e la trovo assolutamente contemporanea, forse potrebbe salvarci davvero come specie. Il renderci conto che dobbiamo fare le cose insieme e siamo comunità, come le formiche, con l’individuo messo da parte”.
Io e mio fratello racconta di una famiglia calabrese e di Sofia (Denise Tantucci), considerata la pecora nera, una ragazza senza idee chiare sul suo futuro, una sciupafemmine. Ha lasciato la sua Calabria e vive a milno condividendo un minuscolo appartamento il suo amico Alessandro (Claudio Colica). Mauro (Cristiano Caccamo) è suo fratello che è rimasto invece a casa prendendosi cura dell’azienda vinicola di famiglia, così come tutti si aspettavano, dopo la morte del padre. Sofia torna a casa quando Michela (Greta Ferro), suo primo e unico vero amore, le comunica che sta per sposare proprio Mauro.
“In realtà Mauro è incapace di portare avanti l’azienda – ci racconta Cristiano Caccamo – e anche di comunicare le sue difficoltà, vivendosi queta crisi da solo… se invece si fosse fatto aiutare… ma c’è sempre paura di comunicare le proprie difficoltà, vogliamo essere degli eroi…” “A Sofia non sta bene niente della famiglia, non sopporta nulla e nessuno, non ha voglia di farsi capire, prende e se ne va – ci rivela Denise Tantucci – Solo che non basta andarsene per trovare la propria strada , serve un lavoro, e paradossalmente lo troverà proprio tornando a casa, risolvendo anche il rapporto con suo fratello in sospeso dalla morte del padre, e quello con Michela”.
“Michela segue il cuore e basta, allontana il giudizio e sceglie solo in base a quello che e sue emozioni le dicono, il che la farà anche entrare in crisi perché ha bisogno di stabilità – ci dice Greta Ferro – Ma si concede il lusso di fare degli sbagli. Mi piace che in questo film sia leggero e naturale il modo in cui si raccontano tante tematiche”. Chiude il regista: “Abbiamo voluto raccontare lo stato d’animo di una generazione che per certi versi non ha precedenti, cresciuta con una costante connessione con tutto e con tutti, con mille possibilità e mille risorse e che forse proprio per questo si trova più facilmente a sbagliare scelte, ad avere dubbi, a non capire chi è e, soprattutto, chi vuole diventare”. Nel cast anche Lunetta Savino, Nino Frassica, Ninni Bruschetta, Paola Lavini e Marco Leonardi.
Patrizia Simonetti