MARCO BOCCI VOCE PROTAGONISTA DEL FILM DISNEY ‘STRANGE WORLD’: IL DOPPIAGGIO E’ LIBERATORIO

C’è anche la voce di Marco Bocci nel nuovo film dei Walt Disney Animation Studios intitolato Strange World – Un mondo misterioso, diretto dal Premio Oscar Don Hall e da oggi al cinema dopo l’anteprima romana in uno Space Moderno allestito a tema. Sul red carpet l’affascinante attore umbro ha sfilato con la moglie Laura Chiatti e insieme hanno regalato ai fotografi lo scatto romantico di un bacio appassionato.

Pur non essendo un doppiatore di professione,  se l’è cavata alla grande nel ruolo ‘vocale’ di Searcher Clade, un padre di famiglia che, come tanti padri, vorrebbe che anche suo figlio, il sedicenne Ethan (doppiato da Lorenzo Crisci), seguisse le sue orme e continuasse a fare l’agricoltore. Naturalmente no andrà così. Del resto anche Searcher da ragazzo si era rifiutato di fare l’esploratore come suo padre Jaeger (cui dà voce il maestro del leggìo Francesco Pannofino), scegliendo invece la vita nei campi. Ma fu proprio durante un’escursione con tutta la famiglia che Searcher scoprì il pando, una pianta fluorescente capace di produrre energia. Così la portò a casa, ne fece una coltivazione e da allora il pando fornisce ad Avalonia, la terra dove vive, tutta l’energia che le serve, eleggendolo a giovane genio benefattore.

Peccato che in quella stessa missione suo padre, dopo un litigio, scomparve. E ora che sono passati ben 25 anni, il pando si è ammalato, così Searcher deve partire per una missione al fine di risolvere il problema, come dire, alle radici. Non sarà però solo in questa avventura: con lui ci saranno la sua compagna Meridian, donna determinata di professione aviatrice; la leader di Avalonia, Callisto, una donna forte che ha lanciato l’allarme; e, suo malgrado, anche suo figlio Ethan e il loro vivace cane tripode Legend.

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Il viaggio li porterà tutti in un mondo misterioso e strano, dai colori sfavillanti, ricoperto da una vegetazione alquanto anomala e abitato da creature assurde, alcune pacifiche, altre meno. Alla fine però non solo ritroveranno il vecchio Jaeger, ma scopriranno che non è tutto come sembra e che a volte le cose che sembrano farci bene, sono le più pericolose. E viceversa. E, soprattutto, che il mondo è un vero e proprio essere vivente, e deve essere salvato.

Marco Bocci, che presto vedremo nella serie Sky Original Unwanted, una popolarità televisiva esplosa una decina d’anni fa grazie al ruolo del commissario Nicola Scialoja nella serie Romanzo Criminale e poi in quella del vicequestore Domenico Calcaterra in Squadra antimafia, non ha mai lasciato né il piccolo né il grande schermo, tanto meno il teatro. Nel 2018 tenta la prima, piccola esperienza di doppiaggio nel film d’animazione Show Dogs – Entriamo in scena diretto da Raja Gosnell prestando la voce a un carlino di nome Carly. L’anno dopo invece ha deciso di stare anche dietro alla macchina da presa: A Tor Bella Monaca non piove mai il suo ottimo debutto da regista, e ora prova a bissare quel successo con La Caccia, un film che viene presentato in anteprima al Torino Film Festival. Lo abbiamo raggiunto sul red carpet.

Marco, torni al doppiaggio e stavolta con un ruolo da protagonista, com’è andata?

Mi sono divertito. All’inizio avevo un po’ di panico perché so bene che il doppiaggio è un lavoro duro, però non è soltanto un lavoro tecnico per il quale devi stare dietro al sinc, all’intonazione dell’attore americano (Jake Gyllenhaal) della versione orignale, ma ti dà la possibilità di un’espressione liberatoria, ed è molto emozionante quando poi senti la tua voce, soprattutto in un film animato e, in questo caso, su un personaggio così ricco e pieno di emozioni.

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Ti somiglia un po’ questo padre coì accudente, così legato al figlio? Tu ne hai due…

Per certi aspetti mi somiglia tanto perché, sai, il film riesce a mettere in contatto tre diverse generazioni raccontandole per filo e per segno. Ed è facile ritrovarsi in questi personaggi che collegano queste generazioni in maniera molto sana, naturale, vera. A volte abbiamo il timore di essere troppo simili ai nostri genitori da cui vogliamo e distaccarci un po’, ma anche l’ambizione di essere quasi un esempio per i nostri figli, sperando che possano ambire ad essere come noi. Questi elementi vengono raccontati molto bene in Strange World e li vivo anch’io ogni giorno.

Tra poco presenterai a Torino il tuo secondo film da regista, La Caccia. Come ti senti?

Sono molto emozionato, ti dico la verità, non vedo l’ora di condividere con più persone possibili questa mia esperienza dietro alla macchina da presa, un viaggio bellissimo di cui sono molto soddisfatto e contento. La Caccia racconta una storia molto articolata. Si parte da una famiglia, da un’unione, da un desiderio grandissimo di poter stare insieme, ma con una difficoltà nel poterci stare veramente.

Per la prima volta in un film con te c’è anche Laura, tua moglie

Sì e ci siamo divertiti, è stato un bel viaggio insieme.

Patrizia Simonetti

(Foto di Angelo Costanzo)

 

 

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