Meno diffuso del blasonato salmone e ricercato delle preziose aragoste, il pesce azzurro siciliano è ricco di proprietà nutritive. Molto versatile in cucina, si presta a numerose preparazioni e svariati abbinamenti.
Un vero e proprio protagonista in tavola ed un prezioso alleato della salute come è stato raccontato al Messina Street Fish, la manifestazione che si è tenuta nell’ambito del Messina Street Food Fest, la quattro giorni di festa del cibo di strada che ha portato nel villaggio gastronomico di Piazza Cairoli, a Messina, oltre centomila visitatori.
Lampughe, tonni, alici sono stati gli ingredienti principali di tutti gli show cooking di rinomati chef che hanno dimostrato come materie prime eccellenti facilmente reperibili ed economiche, ricette semplici e grande tecnica sono un mix perfetto per fare dei gran piatti in linea con i principi della dieta mediterranea.
Valorizzare il pesce tipico del mare siciliano
“Lo Street Fish Fest riporta il pesce nella sua centralità” dice Francesca Cerami di Idimed Aps che da tempo gira la Sicilia spiegando le proprietà dei prodotti tradizionali ed i vantaggi per la salute e l’economia. “Il pesce è un alimento un po’ dimenticato dalle nuove generazioni che optano per il famoso bastoncino che di pesce dei nostri mari ha poco. Adesso c’è la moda del sushi e del pokè che si potrebbero fare anche con il tonno o i pesci siciliani. Per questo motivo portiamo avanti l’idea di far riscoprire ai ristoratori il pesce dei nostri mari ”. “Durante lo SFF – prosegue -abbiamo parlato con gli chef di cibo ma anche di cultura e territorio”.
L’esperienza delle mense scolastiche a filiera corta
Valorizzare i prodotti locali è uno degli obiettivi del progetto Promos che ha portato i prodotti del territorio nelle mense scolastiche, esperienza raccontata durante il Messina Street Fish da amministratori che l’hanno sperimentata con successo nei loro Comuni.
“L’iniziativa è nata anni fa nelle Madonie, 13 comuni hanno sperimentato la mensa scolastica a filiera corta” spiega Francesca Cerami. “E’ stato un progetto che abbiamo cercato di diffondere in Sicilia affidando direttamente ai Comune la gestione della mensa scolastica. I Comuni hanno formato il loro personale, acquistando il cibo da una lista di imprese locali, l’assessorato al territorio si faceva da garante in modo che almeno il 70 per cento delle imprese fosse del territorio e l’Asp di Petralia ha redatto le tabelle nutrizionali. L’esperienza è stata molto interessante, è stata citata e ripresa all’interno delle legge sulla dieta mediterranea varata dall’Ars”.
Ha anche ricordato il progetto di Hospital Chef, illustrato durante il MSF da Alberto Firenze che lo ha gestito . Si tratta del progetto di ristorazione salutistica in ospedale che ha visto cuochi e pazienti cucinare insieme al Policlinico di Palermo per insegnare, a chi ha avuto un problema oncologico, a cucinare in maniera corretta.
Lo street food un cibo sano e nutriente
Francesca Cerami sfata anche i luoghi comuni sullo Street food che non fa rima con mangiare grasso e unto ma sano e saporito: “Lo Street food può essere salutare, nella guida che abbiamo distribuito a MSF sulla dieta mediterranea con consigli su cosa mangiare c’è anche lo sfincione , l’involtino di sarda ed altro ancora. Lo Street food siciliano fa parte della dieta mediterranea, si dice di stare attenti alla frittura ma se friggiamo con l’olio extravergine di oliva alla giusta temperatura, la frittura non sarà mai untuosa. Le nostre nonne non avrebbero mai fritto senza l’olio di oliva”.
Tradizione, cultura e promozione del territorio
“Per noi – prosegue – il cibo è nutrimento, occasione per promuovere, valorizzare e fare crescere il territorio seguendo la strategia della sostenibilità”. In questo quadro fondamentale è fare sistema: “se riusciamo a potenziare il mercato interno con le mense scolastiche, assicuriamo ai produttori di vendere i loro beni in Sicilia, rispettiamo l’ambiente, facciamo mangiare i giusti cibi ai bambini, le famiglie si riapproprieranno di questi gusti e ne faranno un modello alimentare, questo significa meno possibilità di ammalarsi con minore incidenza sulla sanità pubblica. Su tutto questo ci lavoriamo da tanti anni, adesso si comincia a parlarne sempre di più ed è un buon segnale”.