In occasione delle Giornate d’Autunno del Fondo per l’Ambiente Italiano a Messina sarà visitabile la chiesa e il monastero dello Spirito Santo.
A monte di piazza del Popolo, un tempo fuori dalla cinta muraria della citta, sorge la chiesa dello Spirito Santo, Casa Madre delle Figlie del Divino Zelo di Sant’Annibale Maria di Francia ma dalle origini molto piu antiche.
La chiesa con annesso monastero fu fondato il 5 novembre 1291 da suor Francesca Boccapiccola, figlia di Salerno e vedova di Battista Aurefice, su un terreno di sua proprietà denominato fondo delle Camerelle, abitato gia in passato da eremiti.
Il monastero fu sede delle monache cistercensi infatti assoggettate all’abazia cistercense di Roccamadore di Tremestieri che confermava l’elezione della Badessa. La chiesa fu edificata solo nel 1492 e fu decorata nei secoli da importanti opere d’arte come la Discesa dello Spirito Santo di Antonello Riccio, il San Bernardo di Giuseppe Paladino ed gli affreschi del coro di Giovanni Tuccari.
Per secoli abitarono queste mura le monache cistercensi
La volta era stata interamente decorata nel 1702 su commissione della famiglia Ansalone da Antonio La Fauci, allievo di Agostino Scilla, che realizzò anche sette quadretti ad olio nella tribuna. La tribuna era decorata da da sette tele ovali dedicata alla vita di San Bernardo realizzate da Francesco Iaconissa. Chiesa e monastero subirono pochi danni dal terremoto del 1783 ma non fu esente alle Leggi Eversive del 1866.
La chiesa rimase aperta al culto, tanto che il 16 marzo 1878 l’arcivescovo cardinale Giuseppe Guarino vi ordinà sacerdote Sant’Annibale Maria di Francia. L’Apostolo del Rogate successivamente utilizzò l’antico monastero per ospitarvi un orfanotrofio femminile affidato alle Figlie del Divino Zelo.
Il terremoto del 1908 fece gravissimi danni, le bambine furono risparmiate ma tredici suore rimasero sotto le macerie. I resti del complesso religioso furono concessi al Di Francia nel 1917 e ne avviò la ricostruzione. I lavori di restauro furono progettati e diretti da Antonino e Pasquale Marino. La chiesa verrà benedetta e aperta al culto solo il 29 giugno 1938, dopo undici anni dalla morte di Sant’Annibale.
La chiesa ed il monastero furono un riferimento importante per Sant’Annibale
La chiesa presenta la pianta a navata unita ricalcante l’impianto medievale con il portale centrale e laterale risalenti al XVII secolo. L’interno, rivestito interamente da stucchi in parte originali ed in gran parte rifatti, presenta l’altare maggiore in marmo intarsiato con stemma dell’abadessa Sollima degli Orinali risalente al XVII come gli altari laterali. Il Crocifisso risale al 1520, opera di Francesco Matinati, mentre le tele e gli affreschi risalgono al XX secolo, in particolare quest’ultimi realizzati dal pittore piemontese Ovidio Fonti. All’interno della chiesa e sepolta la cofondatrice delle Figlie del Divino Zelo suor Nazzarena Maione.
Caratteristico il campanile con guglia tortile e statua sommitale di Sant’Antonio che richiama alla memoria il distrutto campanile del monastero di San Gregorio. A controprova dell’impianto originario della chiesa, nel sottosuolo sono state rintracciate alcune cripte sepolcrali per la tumulazione delle monache benedettine.
Molte opere d’arte sono custodite al Museo Regionale di Messina
Recentemente sono state recuperate alcune antiche strutture del vecchio monastero tra cui i resti di un chiostro adibito a piccola pinacoteca con dipinti riferibili dal XV al XVIII secolo tra cui spicca l’antica tavola della Madonna dei Miracoli o della Seggiola riferibile a Giovannello da Itala. Interessanti alcune antiche celle monastiche scavate nella rocca che ricordano l’antico termine di Camerelle ed un museo che raccoglie alcuni cimeli di Sant’Annibale Maria Di Francia.
Al Museo Regionale si conserva una rovinata tavola di Antonello Riccio raffigurante la Pentecoste, la tavola con San Giovanni e storie della sua vita attribuita a Henri Met de Bles, la Parabola del Buon Samaritano riferita a Pieter Aertsen, una Madonna col Bambino replica di Petrus Christus e il San Bernardo di Domenico Pilli del 1485. Un signficativo complesso religioso nel cuore della città che merita una maggiore attenzione.
Marco Grassi