Domani martedì 3 ottobre alle 17,00 nell’aula Cannizzaro dell’Università di Messina sarà presentato il libro “Dal dono ai legami generazionali, clinica dell’anima familiare” scritto dal prof. Mariano Indelicato, psicologo, psicoterapeuta e docente dell’Università di Messina.
Alla presentazione interverranno il prof. Francesco Pira Associato di Sociologia, Delegato dal Rettore per la Comunicazione e Direttore del Master in Comunicazione Digitale dell’Università di Messina, la prof.ssa Melania Mento Associato di Psicologia Clinica, Coordinatrice cds in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica e docente dell’Università di Messina, Monsignor Giacinto Tavilla, Direttore dell’Ufficio Diocesano per le comunicazioni sociali.
Modererà l’incontro la dott.ssa Ilenia Coletti, Psicologa, Psicoterapeuta, Criminologa forense, Giudice onorario del Tribunale di Sorveglianza di Messina.
Il volume del prof. Mariano Indelicato, pubblicato con la casa editrice Aracne e arricchito dalle prefazioni a cura del Sociologo della comunicazione, associato e delegato alla comunicazione Unime Francesco Pira e di Padre Orazio Barbarino, nasce dall’esperienza clinica maturata in tanti anni di psicoterapia e dall’incontro umano e culturale con la straordinaria figura di Vittorio Cigoli, che insieme a Eugenia Scabini, secondo l’autore, costituiscono, con i loro studi e ricerche all’interno del Centro Studi della Famiglia dell’Università Cattolica di Milano, un punto di riferimento sicuro per chi vuole lavorare con le famiglie.
E’ lo stesso autore che spiega il valore del dono e come si pone oggi la società odierna nei confronti del dono. “Oggi il dono ha perso di valore.” Dichiara il prof Indelicato. “Con la nascita della società moderna e capitalistica prevale purtroppo il concetto di utilità personale, l’individualismo è arrivato ad eccessi preoccupanti. L’altro non è più un oggetto di desiderio, inteso come conoscenza, bensì un oggetto della mia soddisfazione, della ricerca del mio piacere. Un esempio concreto ce lo fornisce uno dei recenti fatti di cronaca più eclatanti: lo stupro di Palermo, dove i ragazzi che hanno commesso questo terribile crimine con i loro messaggi esprimono questo, per loro quella giovane era solo carne.”
- Ma come si è arrivati a questo? Perché questa crescente degeneralizzazione?
“In questa ricerca dell’individualità siamo tutti un po’ colpevoli, prendiamo ad esempio i social, ognuno qui mostra le sue cose alla ricerca dei like e della propria soddisfazione, tutto questo, portato all’eccesso, ha fatto così che ognuno di noi sui social diventi come una vetrina di un negozio a discapito della propria vera identità e personalità.”
- Il suo libro dal dono ai legami generazionali riesce secondo lei a far riflettere? A far compiere dei passi indietro contro il crescente individualismo?
“Quando ho scritto questo libro ho detto alla casa editrice che non mi interessava vendere e che volevo piuttosto lanciare un messaggio. Dobbiamo tornare alla pratica del dono, tutte le culture dalle quali proveniamo si basano sul dono. Ritengo che oggi siamo ancora in tempo a recuperare i veri rapporti sociali, questo genere di cultura della società post industriale e post moderna è in crisi, sta entrando una nuova corrente di pensiero che è il neorealismo e che ci ricorda quanto siano importanti e direi anche determinanti i rapporti sociali e le relazioni umane.”
- Ed i giovani come vivono tutto questo? Cosa comprendono?
“I giovani capiscono l’importanza del dono nella misura in cui noi ci impegniamo a farglielo comprendere, favorendo e sostenendo una cultura dell’altro e della solidarietà. I giovani di oggi sono molto attenti ma vanno educati in questa direzione.”