LA FATA MORGANA DALLA GRAN BRETAGNA ALLO STRETTO

Vi è un particolare fenomeno ottico e atmosferico che caratterizza le acque dello Stretto di Messina.    Si tratta di un vero e proprio miraggio che si verifica principalmente da chi guarda dalla Calabria le vicine coste siciliane.

In determinate condizioni atmosferiche sopra il mare avviene una rifrazione che fa apparire parte della costa e della stessa città di Messina molto più vicina alla Calabria. Questa reazione atmosferica è causata dalle variazioni della temperatura che altera la densità e la rifrazione della luce.

Ciò avviene quando la temperatura dell’aria prossima al suolo è minore di quella sovrastante. La luce, che giunge quindi da una direzione diversa rispetto al normale, altera la visione degli oggetti all’orizzonte. Solitamente sia ha la proiezione di immagini sospese in cielo e capovolte che rendono apparentemente le due sponde dello Stretto più vicine.

Questo scherzo della natura è stato da sempre collegato alla magia della celebre Fata Morgana che compare nel famoso Ciclo Bretone come sorella di re Artù. Secondo la leggenda la maga bretone ingannerebbe con questo miraggio i naviganti e coloro che vorrebbero giungere in Sicilia dalla penisola italiana. Ma perchè Morgana lascia la sua patria per stabilirsi nel cuore del Mediterraneo?

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La celebre maga bretone sceglie lo Stretto di Messina come sua dimora.

In una versione normanna del Ciclo Bretone Morgana, invece di portare Artù ferito mortalmente nella terra di Avolon, lo conduce nel vulcano Etna. La celebre fata rimase colpita dalla bellezza dello Stretto di Messina e ne volle fare la sua reggia incantata.

Anche qui trovò il modo di raggirare ed ammaliare chi volesse raggiungere al Sicilia. Si narra che nell’inganno di Morgana caddero varie personalità tra cui un principe arabo. Proprio questi, giunto in Calabria, ebbe il desiderio di attraversare lo Stretto, proprio in quel momento apparve Morgana che gli promise la Sicilia.

La strega con le sue magie lo rassicurò che le sponde siciliane erano molto vicine. Il dignitario arabo si gettò subito in acqua ma annegò miseramente. La leggenda narra che lo stesso tranello fu organizzato a Ruggero il Normanno, ma quest’ultimo non cadde nella trappola di Morgana. Addirittura la Fata Morgana, oltre a far apparire le due coste molto vicine, fece scorgere al condottiero normanno un grande vascello pronto a condurlo in Sicilia.

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Ruggero non credette a Morgana e rinviò la conquista dell’Isola di un anno, salvando così la propria vita e le sorti di tutti i siciliani. Uno dei primi studiosi moderni che analizzarono il fenomeno fu il filosofo e naturalista domenicano Antonio Minasi che stamperà, prima a Roma nel 1773 e poi a Napoli nel 1775, un volume intitolato: Dissertazione prima sopra un fenomeno volgarmente detto fata Morgana, o sia apparizione di varie, successive, bizzarre immagini, che per lungo tempo ha sedotto i popoli, e dato a pensare ai dotti.

L’opera è dotata anche di una dettagliata tavola incisa su rame da Guglielmo Fortuyn. La Fata Morgana è un fenomeno che da sempre caratterizza lo Stretto di Messina, coniugando natura e leggenda in un braccio di mare tra i più belli al mondo. Un miraggio che offre ulteriore fascino a queste acque che da sempre sono state solcate dalla grande storia.

 

Marco Grassi

 

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