Fu proprio San Giovanni Paolo II a soprannominare Generale di Dio mons. Giovanni Marra, indimenticato Arcivescovo di Messina di cui domani ricorre il quarto anniversario della morte. Di questo vescovo la città di Messina ricorda il grande impegno pastorale con particolare attenzione ai problemi del lavoro e al rilancio della città. Storici i suoi interventi di recupero e valorizzazione della Basilica Cattedrale e di tanti altri monumenti e luoghi di culto in occasione del Giubileo del 2000.
Giovanni Marra era calabrese, nato a Cinquefrondi, piccolo comune aspromontano, il 5 febbraio 1931. Nella sua Calabria inizia la formazione ecclesiale, prima a Mileto e poi a Reggio Calabria, culminata con l’ordinazione sacerdotale il 19 settembre 1953 nella sua Cinquefrondi. Ben presto lascerà definitivamente la sua terra per trasferirsi a Roma dove perfezionerà gli studi. Conseguirà una laurea in scienze sociali presso la Pontificia Università Gregoriana ed una in diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense. Ben presto matura importanti esperienze pastorali come cappellano dell’Istituto Ciechi Sant’Alessio e come collaboratore presso la parrocchia di Tor Marancia.
Fin dal 1960 ricopre vari incarichi presso la Santa Sede
Già nel 1960 viene chiamato a lavorare presso la Santa Sede dove ricopre svariati incarichi fino al 1986. I primi anni di servizio li compie presso la Congregazione per il Clero, poi in Segreteria di Stato, per passare all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica.
Dal 1984 al 1986 fu Direttore Generale del Centro Televisivo Vaticano. Questo particolare incarico verrà lasciato per la nomina a Vescovo Ausiliare di Roma per espressa volontà di papa Giovanni Paolo II. Il pontefice delegherà Marra alle attività amministrative e come segretario generale del vicariato.
Ben presto nel 1989 sopraggiunge un altro prestigioso incarico. Si tratta della nomina ad Arcivescovo titolare di Ravello con ruolo di Ordinario Militare per l’Italia e corrispettiva promozione al grado di Generale di Corpo d’Armata. Al termine di questa esperienza pastorale militare, che lo vide operare sul tutto il territorio nazionale ed in varie missioni all’estero, giunse il coronamento di una intera vita. La nomina, il 17 maggio 1997, ad Arcivescovo Metropolita di Messina Lipari Santa Lucia del Mela e Archimandrita del SS. Salvatore.
Per dieci lunghi anni ha guidato l’Arcidiocesi di Messina Lipari S.Lucia del Mela
Finalmente poteva ritornare a due passi dalla sua terra d’origine, pastore di un grande territorio dalle tante potenzialità inespresse che tentò in tutti i modi di rilanciare. A Messina rimase dieci anni fino alle dimissioni per limiti di età.
Ben presto fu richiamato a servire la Chiesa Cattolica a Roma come membro della Congregazione per i Vescovi e addirittura tra il 2011 e il 2012 fu Amministratore Apostolico della diocesi di Orvieto-Todi che viveva in quel periodo un non facile momento.
L’11 luglio 2018 morirà a Roma all’età di 87 anni. I funerali si svolsero prima a Roma nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, poi nella sua Cinquefrondi ed infine a Messina nella sua Basilica Cattedrale, dove riposa accanto al suo predecessore mons. Ignazio Cannavò, nei pressi dell’altare del SS. Sacramento.
A Messina è forte il suo ricordo per la proficua attività pastorale ma anche per il rilancio culturale. In occasione del Giubileo del 2000 fece aprire numerosi cantieri di restauro come quello della Basilica Cattedrale con un primo restauro della cripta e l’apertura al pubblico del Tesoro del Duomo e del Campanile Astronomico.
A ricordo del Giubileo del 2000 fece porre un nuovo mosaico nel Duomo
A ricordo del grande Giubileo fece realizzare, sempre nella Cattedrale, la porta in bronzo e un mosaico nell’arco trionfale tratto dai bozzetti di Giulio Aristide Sartorio. Il pannello musivo raffigura al centro il Salvator Mundi di Antonello da Messina ed ai lati lo stesso grande artista peloritano e San Luca Evangelista, considerato tradizionalmente il primo pittore cristiano.
Storica la sua Visita Pastorale all’intera Arcidiocesi e la nomina vescovile del suo Vicario Generale Mons. Franco Montenegro, che diventerà Direttore della Caritas nazionale, Arcivescovo di Agrigento, Cardinale sotto il titolo di San Gregorio al Celio ed attuale stretto collaboratore di papa Francesco.
Bisogna anche ricordare che Giovanni Marra ebbe sempre un rapporto privilegiato con i piccoli, i poveri e gli ultimi. Alle sue esequie a Roma l’Arcivescovo Santo Marcianò volle ricordare in particolare il provvidenziale legame con le suore Missionarie della Carità e con la stessa Santa Teresa di Calcutta.
«Non solo ha promosso la loro opera negli anni di incarico alla Segreteria di Stato ma se ne è preso cura personalmente attraverso una presenza attenta, dedita e gioiosa soprattutto in Casa Allegria, la struttura di accoglienza per ragazze madri a Primavalle».
Non va dimenticato degli anni giovanili la conoscenza diretta di don Luigi Sturzo e la collaborazione poi con don Primo Mazzolari. Nel periodo di servizio alla Santa Sede va attenzionato il suo rapporto stretto con ben sei papi di cui fu stretto collaboratore. Da giovane sacerdote segue il Concilio Vaticano II collaborando alla stesura di alcuni suoi testi e nella Conferenza Episcopale Italiana è presente nel gruppo di lavoro che fa nascere le Settimane Sociali dei Cattolici.
Una pubblicazione che nel dettaglio descrive la vita di mons. Giovanni Marra ha come titolo: “Il generale di Dio. Amico di cinque santi, servitore di sei papi. Vita di Giovanni Marra” di Francesco Gerace. Un grande Arcivescovo che Messina ha avuto l’onore di apprezzare le grandi doti umane e pastorali, rimanendo nel cuore di tanti.
Marco Grassi