Una Roma in piena seconda guerra mondiale. La gente fiuta l’orrore che sta per abbattersi sulla sua città e sul mondo, ma in qualche modo lo esorcizza. Il cibo scarseggia, cominciano a correre voci su treni misteriosi che si portano via la gente, gente ebrea, senza distinzione tra uomini, donne e bambini. Intanto però ognuno continua la sua vita, come può. Tra loro c’è Ida, giovane vedova con un figlio adolescente di nome Nino che la fa penare, è ebrea ma lo nasconde, fa la maestra e un giorno viene violentata da un giovane soldato tedesco ubriaco e rimane incinta di Useppe, un bimbo magico dai grandi occhi celesti spalancati su un mondo che non merita.
A 38 anni dalla prima trasposizione televisiva firmata Luigi Comencini, torna in TV La Storia, il capolavoro di Elsa Morante pubblicato nel 1974, straletto e osannato dal pubblico quanto attaccato e stroncato dall’elite culturale dell’epoca. E se Comencini aveva scelto Claudia Cardinale per il ruolo della protagonista, la Archibugi ha voluto Jasmine Trinca. Per lei questo ruolo era quasi un destino, come ci ha raccontato in occasione alla presentazione stampa della miniserie, al via stasera su Rai 1: “Mia figlia si chiama Elsa in omaggio a Elsa Morante, io sono di Testaccio dove è ambientata una parte importante del racconto, La Storia è il mio romando d’elezione: quello di Ida era il ruolo che aspettavo da tutta la vita”. Ida è una donna che ha già sofferto molto e che non è in grado di affrontare nuove sfide ma non ha neanche la possibilità di sfuggire al suo destino.
“Interpretare Ida – continua Jasmine Trinca – è stata per me anche una grande occasione di raccontare la storia dal punto di vista femminile, perché è spesso raccontata dagli uomini, e in qualche modo far sì che questa Ida, questa poveraccia, capretta, disgraziata, spaurita, smarrita, in soggezione, che ha paura di stare al mondo, potesse diventare un personaggio epico, in questa epica degli ultimi che Elsa Morante, ancora prima di noi, guarda con sconfinato amore. Ida aveva un modo di sentire che non passava dall’intelletto ma dal suo corpo, e penso che il mio corpo a un certo punto sia diventato quella cosa lì. La Storia è un racconto che parla di collettività, di come la guerra da sempre affligge i poveri perché da sempre la fanno i potenti, e questo non ce lo dobbiamo mai dimenticare”.
La Storia racconta dunque la guerra dagli occhi di una popolazione inerme, impotente e ferita. Come la sua città, con i suoi quartieri distrutti dai bombardamenti e straziati dai rastrellamenti, da San Lorenzo a Testaccio al Ghetto ebraico, e le borgate che si fanno centri sovraffollati di accoglienza per i profughi di San Lorenzo, da Pietralata fino ai Castelli Romani dove si arroccano le brigate partigiane.
Un impegno non da poco dal punto di vista scenografio e produttivo. Ad esempio, per la scena del bombardamento di San Lorenzo “non volevamo usare un set predefinito o andare a Cinecittà – racconta il produttore Roberto Sessa – siamo andati quindi alle porte di Roma, abbiamo preso un lotto di terreno dove non c’era nulla e abbiamo ricostruito San Lorenzo, un scelta coraggiosa ma azzeccata dal punto di vista visivo. Per il resto, la città è straordinaria e diciamo che per il 60-65% abbiamo girato dal vero”.
Nel cast il sorprendente esordiente Francesco Zenga nel ruolo di Nino e il piccolo Mattia Basciani, anche lui alla sua prima prova di attore, in quello di Useppe. E poi ci sono Valerio Mastandrea che è l’oste Remo amico di Ida, Elio Germano che dà vita a Eppetondo, che diventa pure lui un affettuoso amico per Ida e Useppe, Lorenzo Zurzolo che interprta un giovane anarchico annientato dal dolore e dai sensi di colpa di nome Daniele, Asia Argento che è la prostituta Santina, Antonella Attili, Anna Ferruzzo, Ludovica Francesconi, Romana Maggiora Vergano, Gisella Volodi. E i magnifici cani Blitz e Bella.
Patrizia Simonetti