MARIANGELA BONANNO, IL SOGNO DELLA COMPAGNIA E LA SCUOLA DOVE SI CRESCE A PASSO DI DANZA

 

A danzare si comincia presto perché il corpo deve plasmarsi per eseguire il movimento. Così anche Mariangela Bonanno da bambina frequenta l’Istituto Regionale della Danza, diretto dalla prof.ssa Emma Prioli, appassionandosi alla danza classica. Percorsi i vari livelli, perfezionatasi nella tecnica classica e contemporanea grazie ad insigni maestri, partecipa in qualità di danzatrice a diversi spettacoli. Successivamente si avvia all’insegnamento e si laurea con il massimo dei voti in Scienze Coreutiche presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma.

Una vita guidata da un’immensa passione che, anche grazie ad impegno, sacrificio e costanza, le ha permesso di aprire tante volte quel cassetto pieno di sogni e trasformarli in realtà. << Se non c’è la passione – sottolinea la prof. Bonanno –  tutto è difficile. Da ragazzina avevo in testa di fare la ballerina o l’insegnante di danza, avevo le idee molto chiare. Una volta, a 14 anni ho preso il treno da sola con due mie compagne di danza e ci siamo avventurate per andare a Cannes, in una scuola molto nota all’epoca e tutt’ora esistente. Oggi sarebbe impensabile che delle ragazzine partano da sole col treno fino alla Francia visti i pericoli. Ma io volevo fare proprio questo ed inseguivo il mio sogno!

Si facevano stage continuamente, perché gli insegnanti invitavano maestri di grande livello della Scala di Milano o del Teatro dell’Opera di Roma. Grazie a questi scambi, a questi confronti, sono cresciuta molto ma l’esperienza più bella della mia vita è stata quella all’Accademia di Roma. Lì ho vissuto anni immersa totalmente nella danza. Tuttavia, la determinazione di fare l’insegnante di danza è nata ancora prima di raggiungere la capitale, proprio perché ho fatto molta gavetta come assistente della prof. Prioli e della prof. Tedesco. >>

LA SCUOLA

Con il tempo, ognuno deve seguire la propria strada e Mariangela Bonanno, con molto timore ed umiltà apre la sua scuola “Studio Danza”. Già dopo il primo anno è un successo, per i tanti allievi iscritti deve cambiare location e cercarne una più grande. Nel 2011 inaugura ancora un’altra sede presso l’ex cinema Metropol in via Fata Morgana 11 a cui, da qualche anno, si aggiunge la sede storica della scuola della prof.ssa Emma Prioli, in via Industriale 32/F. Dopo la pandemia, invece, in via Gagini non si svolgono più corsi di danza ma soltanto musica e canto.

Un team di docenti di elevata preparazione segue i numerosi corsi offerti. A partire dalla pre-danza e propedeutica fino ai corsi superiori di danza classica, danza contemporanea, modern jazz, hip hop e breakdance. A tutto questo si aggiungono i corsi di fitness, pilates, jazzercise e zumba che chiaramente sono indirizzati ad un target diverso. Per tutti i dettagli si può consultare il sito http://www.studiodanza.org  la pagina Facebook “Studio danza di Mariangela Bonanno – Messina”  o il profilo Instagram “ studio danza_mariangelabonanno “ 

Intanto qui raccontiamo dell’universo danza e del sogno, ancora attualissimo, di diventare ballerini.   

<< I bambini hanno questa predisposizione innata –  continua la Bonanno – a muoversi quando sentono la musica, è un istinto ancestrale per ognuno ma nei più piccoli è ancora più evidente. La maggior parte si approccia alla danza per divertirsi e le femminucce perché vogliono mettere il tutù, sostenute dalle mamme. Con i bambini di 3-4 anni si fa solo gioco-danza per avviarli cautamente alla classica. Se iniziano troppo presto, infatti, si potrebbero annoiare, ci sono dei movimenti ripetitivi e negli anni diventa sempre più difficile.

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Ma la danza classica è la base per fare bene ed affrontare tutte le altre discipline ( contemporanea, moderna, etc.) e consigliamo sempre di partire da quella. Non si può suonare un pianoforte se non si conoscono le note e per la danza è lo stesso. Cerco sempre di spiegare a bambini e ragazzi che la danza classica si deve fare solo per pulire i movimenti, per la disciplina mentale e del corpo, non per forza per diventare ballerini classici. E spesso affianchiamo corsi di danza classica e moderna.

La scuola di danza è un mondo bellissimo, un ambiente sano in cui cerchiamo di insegnare non solo passi ma educazione, puntualità e rispetto per insegnanti e regole. Vedo crescere i ragazzi, vivere lì dentro come una seconda casa, appassionarsi e ne sono felice. Tra l’altro hanno tutti voti alti a scuola perché la danza aiuta molto, sin da bambini, lo sviluppo della memoria e della concentrazione.

LA DANZA OGGI

Ci sono migliaia di scuole di danza in tutto il territorio e migliaia di ragazzi che le frequentano. Ma esiste un’unica accademia statale per abilitarsi ed insegnare la danza e non c’è una legge che ne vieti comunque l’esercizio senza i titoli. Chiunque può aprire una scuola di danza, anche chi l’ha praticata solo per qualche anno, ed è molto grave. L’insegnamento e lo studio della danza sono due cose completamente diverse. Soprattutto quando si toccano i bambini, si deve avere una formazione, una preparazione metodologica, uno studio dell’anatomia perché si possono creare danni seri.

La maggior parte delle scuole di danza sono private, non c’è una selezione fisica e chi si iscrive chiaramente viene accolto. Ma dobbiamo anche distinguere chi potrà fare il ballerino e chi no; dobbiamo saper riconoscere chi ha le caratteristiche fisiche e la muscolatura adatta per esercitare una disciplina o mettere le punte. Ci vuole anche una certa preparazione pedagogica nell’affrontare tutto, abbiamo corsi per bambini dai 3 anni fino ai 20-25 ovvero tutto un mondo da formare. Di questa situazione non se ne parla, nonostante le battaglie che portiamo avanti da anni. Molti genitori non sono informati ed iscrivono i bambini nella scuola che frequenta amichetta o sotto casa, senza distinzioni.

Dall’altra parte, anche chi decide di intraprendere la carriera da ballerino professionista incontra mille difficoltà. Molti ragazzi appassionati alla danza classica, una volta diventati grandi sono costretti ad andare all’estero per continuare gli studi o ballare. A livello nazionale, la danza è molto cambiata, hanno chiuso molti corpi di ballo dei teatri più importanti. Sono rimaste solo le compagnie del Teatro dell’Opera di Roma, della Scala di Milano e del San Carlo di Napoli. Così si sono ridotte le possibilità di danzare in Italia, dove non c’è un interesse per la danza in generale, a torto, considerata sempre la “Cenerentola delle arti”.

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Il discorso cambia leggermente per le compagnie di danza contemporanea, in Italia ce ne sono diverse ma non certo ai livelli della Germania o dell’Inghilterra. La nostra è sempre stata la patria dell’arte, della pittura, della musica, del bel canto ed anche per la danza ha dato i natali a grandissimi maestri come Cecchetti, Blasis e tanti altri. Spero che presto venga riconosciuta l’importanza di questa disciplina e, nel mio piccolo, continuo a lottare per cambiare le cose. Con questo spirito e con il sogno di poter dare ai ragazzi, della mia scuola ma non solo, la possibilità di ballare a livello professionale, ho fondato nel 2011 la compagnia MarVan Danza.

LA COMPAGNIA E GLI ALTRI PROGETTI

Ho sempre avuto questo sogno e con gli ex allievi più meritevoli o con professionisti selezionati che sono entrati a farne parte, abbiamo già portato in scena diversi spettacoli. Stiamo cercando di crescere sempre di più, anche grazie al supporto registico di mio marito Valerio Vella che è sempre al mio fianco ed insieme condividiamo ogni successo. L’ultimo dei quali “Scatola. Ossessioni da asporto” a Taormina l’anno scorso e quest’anno al Teatro Vittorio Emanuele. Abbiamo portato in scena uno spettacolo di dimensioni considerevoli che ci ha coinvolto in mesi interi di prove per offrire una fusione perfetta tra prosa, danza e musica dal vivo.

Sempre tra mille difficoltà abbiamo cercato di realizzare spettacoli di rilievo, con 40 orchestrali sul palcoscenico, 15 ballerini, cori: ricordo il concerto dedicato a Morricone, il progetto “Danza Emotus” sul terremoto di Messina, e tanto altro. Abbiamo questo fuoco che ci spinge a fare qualcosa di bello in questa città. A prescindere dalla danza che cerco di coinvolgere e portare sui palchi più importanti. Presto proporrò nuove audizioni per la MarVan per icludere ragazzi della Sicilia e della Calabria e continuare il cammino.

Un altro progetto dedicato alla città di cui sono molto orgogliosa è “Racconti in danza”. Prendendo spunto da altre iniziative simili esistenti nel nord Italia, dal 2017 propongo spettacoli di danza per le scuole. Siamo partiti con “i Promessi Sposi” ed “Alice nel Paese delle Meraviglie” prima di sospendere tutto a causa della pandemia. Il progetto si chiama “Racconti in Danza” proprio perché mi recavo prima in tutte le scuole per portare i libri con cui i ragazzi potevano prepararsi alla visione dello spettacolo.

Mi piace soprattutto coinvolgere le scuole cosiddette a rischio, quelle della periferia. Chiaramente i bambini che vivono queste realtà spesso non hanno la possibilità di andare a teatro. Moltissimi non avevano neppure idea di dove fosse il Vittorio Emanuele, sono venuti e sono rimasti incantati. Di questo sono molto orgogliosa ed è stata una sorpresa assistere alla felicità di bambini piccoli che, appena si apre il sipario, restano meravigliati in assoluto silenzio a guardare uno spettacolo solo di danza. All’arte, al bello, ci si abitua anche così.>>

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