La grande popolarità Alessio Vassallo la deve al ruolo di Mimì Augello nella serie di Rai 1 Il Giovane Montalbano, una sorta di prequel della serie madre diretto da Gianluca Maria Tavarelli. E non fu probabilmente un caso visto che “Camilleri è nel mio DNA” ha spesso dichiarato l’attore siciliano. Appassionato anche di cartoni animati della Disney, si è definito “cresciuto con la spada nella roccia” quando lo scorso novembre lo abbiamo incontrato alla premiere di Strange World assieme alla fidanzata Ginevra Pisani, ex professoressa de L’Eredità.
Palermitano, trasferitosi a Roma subito dopo la maturità per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico diplomandosi con successo, i primi passi nel mondo dell’arte della recitazione Alessio Vassallo li calca però sul palcoscenico, da Bukowski a Ionesco, da Viktor Hugo a Dostoevskij fino allo stesso Camilleri con La concessione del telefono che aveva già recitato anche in TV.
Dal piccolo al grande schermo, quello di Alessio Vassallo è diventato sempre più un volto familiare, pur dando vita a personaggi sempre diversi, spesso opposti, per carattere e indole. Da Sorelle, la serie dove, ricorda “ho interpretato il giovane avvocato Daniele, assistente di Chiara, interpretata da Anna Valle, della quale era perdutamente innamorato”, a I Medici nel ruolo di Marco Vespucci, fino a Se mi lasci ti sposo del ciclo Purché finisca bene, che definisce una “commedia sulla precarietà sentimentale, quindi va vista”, fino a Sopravvissuti nell’ambiguo ruolo di Gabriele, di cui aspettiamo tutti con ansia la seconda stagione. Sul grande schermo con Notti in bianco baci a colazione: “un film – dice – che mi ha fatto venire voglia di essere un buon padre, fingendo ma la sono cavata, ma quando sarà il momento voglio esserlo anche nella vita”; e per ultimo I Racconti della Domenica, di cui vi abbiamo raccontato lo scorso novembre.
E infine eccolo Alessio Vassallo pronto a raccontarci tutto su Emanuele Liotta, coprotagonista di Sei donne Il Mistero di Leila, la nuova serie in tre serate al via martedì 28 febbraio su Rai1 creata da Ivan Cotroneo e Monica Rametta e diretta da Vincenzo Marra, che vede al centro della storia la scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo patrigno Gregorio. Un giallo psicologico nel quale la ricerca della verità si incrocia con le storie di sei donne, un mistery davvero avvincente dove tutti i personaggi, magistralmente raccontati a 360 gradi in tutta la loro complessità, hanno qualcosa da nascondere. Le indagini sulla scomparsa di Leila e del suo patrigno (Maurizio Lastrico) vengono affidate al Pubblico Ministero di Taranto Anna Conti, interpretata da Maya Sansa, stimata e autorevole professionista con un problema di alcolismo riaffiorato dopo la fine del suo matrimonio, che la rende dura nei rapporti interpersonali.
Trovando nella sparizione di Leila (Silvia Pacente) delle analogie con il suo passato, Anna si butta senza tregua nella risoluzione del caso, inizialmente sottovalutato dalla Procura come un semplice allontanamento volontario, ma sul quale sembrano aleggiare bugie, incongruenze e testimonianze poco convincenti. Intorno al mistero di Leila ruotano le altre donne della serie: Michela (Ivana Lotito), la zia materna, chirurgo ortopedico; Alessia (Denise Tantucci), l’allenatrice di atletica; Aysha (Cristina Parku), la migliore amica di Leila; e Viola (Isabella Ferrari), la vicina di casa. Emanuele faticherà non poco a trovare un equilibrio con Anna, tra orari di lavoro impossibili e la gelosia del suo compagno con cui sta per unirsi civilmente.
In Sei Donne interpreti il nuovo ispettore Emanuele Liotta, appena arrivato in Procura, che viene affiancato ad Anna Conti nelle indagini sul caso. Un rapporto non facile tra voi, almeno all’inizio…
Sì, il nostro è un rapporto inizialmente molto burrascoso perché lei, anche caratterialmente, mi pone davanti un vero e proprio muro relazionale, ma Liotta, seppur con molta difficoltà, riuscirà a scardinare questo muro iniziale.
Difatti il rapporto tra i due migliora quando lei inizia ad aprire il suo cuore al compagno di lavoro e a raccontargli si sé e del suo dolore…
Credo che la chiave vincente di Liotta sia il suo saper ascoltare. E forse Anna cercava proprio qualcuno che la ascoltasse. E lui, piano piano, inizia così ad entrare in relazione con lei e ci sarà una grande evoluzione di entrambi i personaggi.
Saper ascoltare è un dono, sei d’accordo?
Sì, anche perché spesso lo diamo per scontato, invece ascoltare è più difficile che raccontare noi stessi. Noi siamo abituati a farlo, a parlare di noi, mentre porci in ascolto degli altri è più difficile, ma ci può dare la possibilità di entrare in una vera comunione con il mondo che ci circonda.
Sei Donne è una serie complessa e profonda, il tuo personaggio è raccontato a 360 gradi, come tutti gli altri, del resto
La caratteristica di questo mistery è proprio che, oltre alla centralità della scomparsa di Leila, la vera indagine che viene svolta è sulla vita dei personaggi, che vanno cambiando radicalmente rispetto a ciò che accade nella serie, seguendo i fatti. Ed è molto interessante vedere come tutti cambiano dalla prima all’ultima puntata.
Cosa ti è piaciuto di più di questa serie?
La scrittura e la guida registica di Vincenzo Marra, con questa indagine precisa e profonda sulla vita e sull’emotività dei personaggi. E la sua bravura nel tirar fuori, a ognuno di noi, delle diversità che poi, messe insieme, formano un puzzle perfetto.
Patrizia Simonetti