VIOLA COME IL MARE: LE INTERVISTE A FRANCESCA CHILLEMI E CAN YAMAN

 

Tra le serie più attese della stagione, arriva oggi  in prima serata su Canale 5 arriva Viola Come Il Mare, protagonisti Francesca Chillemi e Can Yaman, non solo belli come il sole ma anche bravi, divertenti e molto disponibili. Li abbiamo incontrati a Roma in occasione della presentazione stampa della serie ambientata in una Palermo brillante e solare.

Lei, siciliana di Barcellona di Gotto, nel messinese, interpreta Viola che a diciotto anni, grazie alla sua bellezza, è stata incoronata Miss Italia e con i soldi del premio si è pagata l’università.  Idealista per natura, crede nelle persone ed è convinta che il buono si possa trovare ovunque, anche a Palermo dove torna per lavorare come giornalista in una piccola redazione di una testata online, ma anche per cercare suo padre per una questione di vita o di morte. Viola è inoltre costretta a fare i conti con un superpotere che ha appena scoperto: vede i sentimenti degli altri attraverso la sinestesia, una capacità che le permette di associare colori specifici alle emozioni delle persone che ha di fronte, il che la aiuterà non poco quando comincerà a collaborare alle indagini dell’Ispettore Capo di Polizia italo-turco Francesco Demir, interpretato da Can Yaman, bravo nel suo lavoro e soprattutto sincero, ama le donne più di ogni altra cosa al mondo.

È la prima volta che interpreto una giornalista – ci racconta Francesca ChillemiViola è diversa da tutti i personaggi che ho interpretato finora. Ed è anche la prima volta che recito con un attore turco…” “Puoi dire divo” la interrompe scherzando Can Yaman. Tra i due c’è una bella intesa, quella di due compagni di set che sono diventati amici. Inoltre hanno in comune una qualità estetica innegabile che a volte li ha persino penalizzati: la bellezza. Così come penalizza Viola nei suoi rapporti con i colleghi del giornale.

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Ci sono diversi aspetti della mia vita che mi accomunano a Viola, come la bellezza – dice Francesca – Il mio percorso è simile al suo, è stato voluto e raccontato così. Quello che lei vive, io l’ho vissuto sulla mia pelle. All’inizio pensavo che la bellezza fosse qualcosa che ti penalizzasse perché la gente preferisce vedere solo determinate cose di una persona, e ho cercato di nasconderla Viola mi ha aiutato a riconoscerla come una semplice caratteristica, e non me ne devo vergognare. Una persona ha differenti aspetti interni e come Viola anch’io ho diverse qualità, e poterlo raccontare attraverso un personaggio è stato per me anche catartico, mi ha aperto molto di più. Inoltre questa ragazza, oltre alla sinestesia, ha un altro piccolo superpotere che io auguro a molti: quello di empatizzare, mettersi nei panni degli altri, e vivendo intensamente le emozioni, le capisce e non le giudica”.

Anche l’attore turco ci regala una riflessione sul tema: “a me per tantissimo tempo non  è interessata la mia bellezza, per me non esisteva, non ci pensavo. Il concetto di bellezza mi è arrivato tardi e me lo ricordavano sempre le persone, come fanno ancora oggi, quando mi incontrano, ma io non la considero. Se non è accompagnata da altre doti come ambizione, grinta, intelligenza, la bellezza rimane da sola e muore”.

E a proposito di bellezza, quella raccontata in Viola come il mare è una Sicilia bella, colorata, pulita, decisamente opposta alla terra teatro di tante serie e film di mafia.

Essendo siciliana, per me quella che è stata raccontata in Viola come il mare è la mia Sicilia, è come me la ricordo io – ci rivela Francesca Chillemi –  Se penso alla mia terra negli anni della mia infanzia la ricordo come un concentrato di emozioni belle e colorate, molto folcloristica. Il messaggio invece legato alla mafia e a quella parte là non lo ricordo da bambina, probabilmente sono stata tutelata dai miei genitori, ma non mi è mai arrivato. È qualcosa di cui ho saputo e che ho riconosciuto dopo. Ed è arrivato il momento in cui mi sono resa conto che tra il bello e il colorato purtroppo c’è anche questa parte, ma la Sicilia non è solo quello”.

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Anche Can Yaman ha un ricordo solare della Sicilia e lo racconta così: “sono innamorato dei ricordi che ho di Palermo. Quando siamo arrivati a settembre per girare, il tempo non era proprio bello, ma io me lo ricordo sempre celeste. E poi la gente che ci ha accolto, mille donne sostavano sempre davanti al mio albergo per ben tre settimane e non se ne sono mai andate….Abbiamo mangiato bene, esplorato dei ristoranti, è stato come tornare alla nostra infanzia e Palermo ci ha aiutato tantissimo a farci diventare una famiglia, ho fatto anche un tuffo in mare e non vedo l’ora di tornarci”.

In Viola come il mare però Francesca, e quindi Viola, non usano però molto la lingua siciliana: “è stato il regista a dirmi di usarla poco perché in realtà Viola nasce a Palermo, ma cresce lontano, tra Milano e Parigi…” ci spiega Francesca. Su questo fronte invece Can Yaman ha imparato qualcosa: “la prima parola in siciliano che ho imparato è stata ‘bedda ca sii…’ e lo dico sempre  a Francesca….

Patrizia Simonetti

 

 

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