A quasi un mese dalla festa liturgica alla Madonna della Lettera mettiamo in risalto l’antica devozione del popolo palermitano alla patrona di Messina.
Sembra strano ma nel capoluogo di regione sono numerosi ed importanti i riferimenti alla perpetua protettrice di Messina come in gran parte della Sicilia. Si tratta di una testimonianza anche di un prestigio politico che ebbe la città dello Stretto nei secoli passati. La stessa cattedrale di Palermo presenta ancora oggi un altare dedicato alla Madonna della Lettera, nei pressi delle tombe reali.
Nel 1730 in senato di Messina commissionò al noto pittore Antonio Filocamo una grande tela riproducente l’antica immagine della Madonna della Lettera. Quest’opera una volta realizzata andò in dono a Palermo in segno di amicizia. Ormai da parecchio tempo, inoltre, in città vi era molta devozione a questo particolare culto mariano in varie chiese. Infatti, già un secolo prima, nel 1639, padre Angelico Rampollo da Polizzi aveva eretto a sue spese una cappella nel convento dei Fatebenefratelli di San Pietro in Vincoli di Palermo.
Lo stesso senato messinese aveva deliberato nel 1662 che tutti i suoi cittadini dimoranti a Palermo avrebbero dovuto celebrare la festività della Madonna della Lettera proprio in questo tempio. Qui un’immagine della patrona di Messina sarà soggetto di manomissione da parte di alcuni seguaci di Rocco Pirro. In questa chiesa aveva sede anche la confraternita di San Placido alla Gangia, detta anche dei Santi Martiri Messinesi, antica confraternita della nazione messinese.
Nel 1674 il senato di Palermo aveva donato a Messina una statua argentea di Santa Rosalia, che ancora oggi si conserva nel Tesoro del duomo. Il senato messinese ricambiò a sua volta con l’invio ai singoli colleghi di Palermo di un medaglione in oro. Questo raffigurava da un verso l’effige della Madonna della Lettera e dall’altro una veduta di Messina. Sempre nel 1674 il senato palermitano fece allestire solenni festeggiamenti alla Madonna della Lettera nella chiesa di San Francesco all’Immacolata dei frati Minori Conventuali. Qui si conserva altro venerato dipinto della Veloce Ascoltatrice.
Tra gli altari più importanti quello della Cattedrale di Palermo.
Il 1730 segnerà l’ingresso del culto della Madonna della Lettera nel maggiore tempio palermitano. Il sopracitato dipinto di Antonio Filocamo per interessamento di padre Antonino Cuminali partirà da Messina. Intanto già il 3 giugno 1730 Palermo elesse la Madonna della Lettera come patrona e il 29 settembre dello stesso anno venne definitivamente eretto nella cattedrale un apposito altare a lei dedicato, già dedicato a San Mamiliano, dove collocare il dipinto proveniente da Messina.
In questo altare questo ancora oggi si legge sopra il grande dipinto, inciso sul marmo: MESSANENSIBUS SALUTEM. Il dipinto, simile a quello inviato a Siracusa e a Trapani sempre realizzati dal Filocamo, riproduce fedelmente la tavola attribuita a San Luca. In questo caso però nel dipinto è presente il testo della lettera sotto forma di cartiglio posto in basso, come in quello di Siracusa.
Caio Domenico Gallo ci informa che già il 5 maggio dell’anno dopo nell’altare della Madonna della Lettera della cattedrale di Palermo fu introdotta la pratica di festeggiare il sabato della Madonna come si svolgeva a Messina. Il cerimoniale prevedeva la mattina l’esposizione della reliquia dei capelli della Vergine. Nel pomeriggio, invece, il canto delle lodi eseguito dalla cappella musicale della cattedrale diretta dal maestro Pietro Pizzolo.
Altro dipinto settecentesco della Madonna della Lettera è presente nella cappella della famiglia Cottone principi di Castelnuovo nella chiesa di San Giuseppe dei Teatini ai Quattro Canti e proprio di fronte all’ingresso principale della grande chiesa si trova una piccola traversa denominata: Cortile Madonna della Lettera. In questo stretto vicolo sorgeva una piccola chiesa dedicata alla Madonna della Lettera annessa alla Casa Professa dei padri Crociferi di Santa Ninfa. L’edificio era di antica fondazione e dedicato in origine a Sant’Ippolito per poi essere intitolato alla Madonna della Pietà dal nome di una congregazione che ne fissò la sede.
Nei primi del Settecento verrà fondata anche una Confraternita nei pressi dei Quattro Canti.
Nel 1723 cittadini messinesi residenti a Palermo ebbero in concessione l’edificio, dove vi fondarono la congregazione della Madonna della Lettera. Ogni anno il 3 giugno da questa chiesa partiva una processione. I confrati conducevano in cattedrale un simulacro della Vergine sotto un ricco baldacchino con la partecipazione di altre confraternite, tra cui quella dei Santi Martiri Messinesi della Gancia.
Nel corso del XIX secolo il luogo di culto venne chiuso e poi trasformato in rimessa del palazzo del marchese di Rudinì. Verso il mare, presso il rione dell’Acquasanta la locale chiesa parrocchiale è dedicata anch’essa alla Madonna della Lettera. Un dipinto su tavola raffigurante la patrona di Messina e risalente alla fine del XVIII secolo si conserva in una cappella a marmi mischi, nucleo iniziale dell’antica chiesa della Madonna della Lettera.
La marchesa di Gerace Anna Arduino Ventimiglia in onore della Vergine Patrona della sua città di origine, eresse, nel 1700, la cappella presso la sua residenza di campagna costruita nel 1698. Il culto della Madonna della Lettera crebbe in seguito ad un episodio miracoloso, che interessò, nel 1754 Francesca Spinola e Ventimiglia principessa di Belmontino. Col passare del tempo formatosi intorno a villa Geraci un piccolo borgo di pescatori la chiesa venne elevata a parrocchia nel 1869 e nel 1878 venne fondata anche una confraternita, ancor’oggi in piena attività.
La tavola bizantineggiante su fondo oro risulta molto ridipinta. Sono presenti le consuete scritte latine intorno al capo e quelle greche a destra e sinistra. In generale l’ignoto pittore riprende fedelmente l’originale dipinto del duomo di Messina. La tavola venne ricoperta da una manta d’argento nel 1721 realizzata dall’argentiere palermitano Giacinto Omodei che propone una decorazione floreale di gusto ancora seicentesco e che ricopre solo il manto della Madonna.
Ancora a Palermo molto interesse suscita il fatto che la cappella reale annessa alla Palazzina Cinese è intitolata alla Madonna della Lettera con tanto di grande dipinto settecentesco sull’altare maggiore. La chiesa risale intorno al 1804, in stile neoclassico e pianta ottagonale, con cupola sostenuta da otto colonne in marmo con basi e capitelli in stile jonico. Sempre alla Madonna della Lettera è dedicata la cappella privata della nobiliare villa Alliata Cardillo. Anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel suo celebre romanzo Il Gattopardo, ha confermato questa capillare presenza della Madonna della Lettera anche in ambito palermitano. Ricorda un suo dipinto presente nella cappella privata del palazzo di città di don Fabrizio Corbera principe di Lampedusa.
Anche nella provincia di Palermo sono presenti dipinti raffiguranti la Madonna di Messina.
Non molto lontano da Palermo, nella città di Termini Imerese, nel locale museo civico è presente un’interessante tela attribuita al messinese Giovan Battista Quagliata. Raffigura la Madonna benedicente con lettera in mano, all’interno di una corona di frutta e fiori di matrice fiamminga. Questo esempio di natura morta potrebbe essere stato realizzato da un collaboratore specialista in pittura di genere. L’impianto iconografico riprende fortemente l’affresco superstite della cattedrale di Messina e gli analoghi dipinti di Castiglione di Sicilia e Ucria.
Sempre a Termini in una delle chiese più antiche ed anche più suggestive, perché un tempo sede della Compagnia dei Neri, si conserva un grande affresco settecentesco della Madonna della Lettera. La chiesa in questione è quella di Sant’Orsola cui campanile sfrutta l’antica torre dei Saccàri, appartenente alla cinta muraria medioevale. Nel sottosuolo si trovano le ampie catacombe dei Neri.
Nei secoli XVII e XVIII al tempio, ampliato, si aggiunsero affreschi e tele di Tommaso Pollaci, allievo dei palermitani Vito D’Anna e Francesco Manno. Una delle tele eseguite da Tommaso Pollace raffigura la Madonna della Lettera con in basso le Anime del Purgatorio. La tela è firmata dal pittore palermitano e datata 1782. Nella stessa chiesa vi è un affresco di Alessio Geraci, allievo di Ovidio Sozzi e di Vito d’Anna, che raffigura una bella Ambasceria dei Messinesi alla Vergine. In basso un grande cartiglio riproducente integralmente il tradizionale testo mariano.
Nella chiesa madre di Castelbuono è presente una grande tela centinata raffigurante l’antico dipinto della Madonna della Lettera sorretto da angeli con in basso una veduta della città dello Stretto con il tipico porto falcato, con tanto di Real Cittadella e lanterna di San Raineri. Presenti anche San Paolo indicante ai fedeli il quadro e San Francesco di Paola. La tela settecentesca è opera del pittore palermitano Antonio Mercurio che firma la tela ANT. MERCURIO P.T. La stessa nobildonna messinese che introdusse il culto alla Madonna della Lettera all’Acquasanta di Palermo introduce la devozione alla patrona di Messina anche a Finale di Pollina dove ancora oggi la locale parrocchia è a lei dedicata.
All’interno della chiesa parrocchiale si venera un pregevole grande dipinto riferibile al Settecento e che riproduce fedelmente l’antica tavola del duomo di Messina. Per i solenni festeggiamenti si utilizza una graziosa statua in cartapesta processionale della titolare donata dal vescovo di Cefalù mons. Emiliano Cagnoni. Si conclude con la segnalazione di una corona del Rosario con medaglione in smalto effigiante la Madonna della Lettera e Sant’Antonio da Padova . È conservata presso il museo parrocchiale della chiesa di Santa Maria Maggiore di Geraci Siculo. Altri dipinti sono documentati nelle chiese madri di Isnello e Petralia Soprana. Un culto, quello della Madonna della Lettera, che testimonia l’importanza di Messina nei secoli passati.
Marco Grassi