Sanremo 2022 è finito e come ogni Festival va in archivio. Così come tutta la settimana viene monopolizzata da polemiche, inciampi e vallette da oggi tutto scompare e lo scettro se lo prende la musica. Analizzando un festival che ha fatto discutere per la sua linea e non per gli episodi ecco secondo noi le cinque cose per le quali ricorderemo il Sanremo 2022.
La libertà creativa.
I segnali sono stati tanti, alcuni apparentemente banali, ma tutti carichi di significati. Mahmood & Blanco che si guardano negli occhi per amicizia raccontandosi “Brividi”, il colore rosa, sdoganato dall’idea di essere un colore femminile ed indossato da tanti uomini, i fiori che dopo le prime sere sono stati dati a tutti: uomini e donne. A Sanremo hanno convissuto Drusilla Foer, Checco Zalone con il monologo sulle donne trans e la banda che suona l’inno di Mameli. E questo è un fatto positivo.
Il “disimpegno” delle canzoni, i brani da “Festivalbar” e quella spasmodica ricerca dell’ ”allegria”
Non si è tornati alle rime cuore e amore ma poco ci mancava, i temi sociali, salvo alcune eccezioni come la canzone di Ranieri sono quasi del tutto scomparsi, ma quel che è peggio è “l’omologazione” dei brani, tutti creati ad uso e consumo del momento. Vorremmo essere smentiti e sperare che fra questi qualcuno entri nella memoria del Festival, ma forse aveva ragione la Berti, quando con la sua proverbiale schiettezza ha definito Sanremo il nuovo Festivalbar. Assolutamente forzata poi quella ricerca di allegria spacciata per ritmo, in alcuni momenti è sembrata fuori posto ed esagerata.
Jovanotti e il caso Jovanotti.
Straordinaria la performance di Jova con Gianni Morandi, da sola valeva il costo dell’intero biglietto dell’Ariston e l’attesa davanti alla tv. Nessun regolamento vieta ad un artista di presentare cover del suo repertorio e nulla obbliga un artista a dichiarare con largo anticipo il nome degli ospiti e delle cover. Poi però entriamo nel merito di cosa sia opportuno e cosa no, e dunque era opportuno che dopo aver supportato in gara Gianni Morandi il buon Jovanotti fosse anche ospite dello stesso Morandi? A Rettore non è stato permesso di cantare le sue canzoni, anche se come Amadeus ha detto è stata Ditonellapiaga ad opporsi.
Drusilla Foer.
L’attrice e performer il cui alter ego è Gianluca Gori è una delle vincitrici di questo festival, da fenomeno di nicchia e radical chic con la sua ironia e con le sue irresistibili battute è diventato un fenomeno popolare, oggi tutti la conoscono, lo stesso direttore di Rai Uno Stefano Coletta immagina per lei una seconda serata dal lunedì al venerdì. Più vincitrice di così!
Fantasanremo!
Chiudiamo con un gioco che di giorno in giorno è cresciuto. In nome del Fantasanremo fior di artisti si sono lasciati andare ad improbabili saluti a zia Mara, a pronunciare parole come Papalina, uscire a torso nudo e perfino farsi inseguire dalle forze dell’ordine. Tutto questo davanti prima ad un sorpreso Amadeus che poi ci ha provato gusto ed ha accettato e ironizzato su un gioco che a quanto pare è piaciuto tantissimo. A questo punto ci aspettiamo l’evoluzione del Fantasanremo.