E’ impressionante quell’ammasso di lamiere contorte di quel che resta della Fiat Croma blindata da tutti ormai conosciuta come “Quarto Savona 15” tratto dal nome della sigla radio attribuita agli uomini della scorta del giudice Falcone.
La gente si ferma ad osservarla in silenzio. Oggi come ieri, nonostante siano passati ben trent’anni da quel tragico 23 maggio 1992 è ancora attonita, sbigottita, turbata. La gente guarda quel che resta dell’auto, scatta qualche foto e si sofferma a leggere quanto scritto nei pannelli laterali della teca.
Questi riportano la storia e il profilo dei tre coraggiosi e valorosi poliziotti che hanno dato la vita per lo Stato per proteggere il giudice Giovanni Falcone.
La nuova struttura della teca è dotata di un monitor incorporato, in cui scorrono le immagini della strage di Capaci. Nel foyer del teatro si trova invece un’altra esposizione che racconta trent’anni di indagini, di arresti e blitz contro la mafia.
La mafia ha distrutto un’auto ma non il lavoro e la memoria degli uomini.
La Croma del giudice Falcone infatti continua a camminare in tutta Italia grazie all’impegno della Polizia di Stato e di Tina Montinaro, vedova dell’agente di scorta Antonio Montinaro. Ovunque afferma il significato della memoria e l’impegno contro la criminalità organizzata.
Per anni i resti della vettura sono stati custoditi dall’autocentro della Polizia di Messina ed esposti solo il 23 maggio in occasione dell’anniversario della strage di Capaci, adesso “Quarto Savona Quindici” continua la sua missione per ricordare Giovanni Falcone, il magistrato che con le sue indagini insieme al giudice Borsellino (anch’egli assassinato) inflisse i primi durissimi a “cosa nostra.
La teca e la mostra saranno in esposizione al Vittorio Emanuele fino a sabato 15 gennaio.